Ieri sera un utente del forum tedesco cercava info riguardanti una marmitta vista in rete:
uno scarico della Scuderia Bignami, bello e semplice come gli oggetti di una volta ma con un terminale “pazzesco”.
Ovviamente una richiesta del genere ha stuzzicato la mia curiosità e quindi sono andato a caccia di notizie, la storia di questo produttore si interseca a quella di altri nomi molto noti a noi appassionati, ecco cosa ho trovato.
[b][i]Se sorgono difficoltà durante un Gran Premio di Formula 1, la Safety Car, l’auto ufficiale che regola la velocità di gara, deve essere portata in pista fino a quando non sarà risolto lo stato di emergenza. ‎
‎ Nel 2000 questo veicolo è stato fornito da AMG_Mercedes, ma i costruttori tedeschi hanno preferito il Made in Italy. È solo una singola storia, ma qui inizia una storia dei tanti che sono considerati pietre miliari speciali e fanno parte del grande e colorato mosaico all’estero. Si tratta delle filosofie nazionali e del “miracolo italiano” in un mestiere d’élite. ‎
‎ Per quanto riguarda la “gilda artigianale” nel suo complesso, non si può certo intuire che il loro indirizzo nel mondo delle 4 ruote sia noto a tutti. Abbiamo il nostro stabilimento all’angolo sud-ovest di Mantova, sulla strada per Parma: sui padiglioni c’è il nome dell’azienda Supersprint e poi, in un altro font, che stilisticamente indica un galoppo a destra “marmitte per auto collettori speciali”. Quindi: la Safety Car si colloca idealmente all’inizio di una storia che comprende anche i fratelli Bignami, Amedeo e Dante. ‎
‎ Il maestro dei veicoli, Cesare De Agostini, citato in Amedeo come “inventore” di Juan Manuel Fangio, grande pilota degli anni ’50 che aveva conosciuto in Argentina, documenta l’importanza di un copilota al fianco di Nuvolari, Chirone, Trossi, Farina oltre che di Borzacchini e Varzi nella vittoriosa Mille Miglia del 1932 e del 1934. Genio di un meccanico, quello fu Amedeo, che “sviluppò e costruì uno scarico la cui pedalata non è ancora finita”, come scrisse De Agostini in Anime e motori, un libro pubblicato nel 1958: oggi i dati tecnici dello scarico sono molto importanti quando si parla di prestazioni e maneggevolezza. ‎
‎ Amedeo Bignami e suo fratello Dante avevano aperto a Verona una fabbrica di gas di scarico per auto della “Scuderia Bignami”: il nome era un nome familiare in questa zona fino alla fine degli anni ’50. Entra in azienda il giovane Bruno Gilli, fidanzato (e poi marito) di Bruna, figlia di Dante. ‎
‎ Ma nell’agosto del 1954, Amedeo morì all’età di cinquant’anni e la sua vedova, la signora Iginia, decise coraggiosamente di non chiudere l’azienda.‎[/i][/b]
dal sito:
https://www.supersprint.com/ww-it/azienda-mission.aspx
Ma oltre a Supersprint appare un altro nome famoso:
‎Cavalli lavora con dedizione, e quando finisce il suo lavoro, rimane sulla macchina elettrica che arriva a piegare a freddo i tubi da agganciare al motore. I proprietari dell’azienda, che in seguito sarebbe diventata Supersprint, appresero del suo talento nel formare curve metalliche. Uno degli imprenditori era il fratello di Amedeo Bignami, co-pilota di Nuvolari e Varzi, che entrò nella produzione di gas di scarico insieme al suo futuro genero Bruno Gilli. ‎
da:
https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=&cad=rja&uact=8&ved=2ahUKEwjD897Q1P_1AhVfhv0HHbz2BPIQFnoECAkQAQ&url=https%3A%2F%2Fgazzettadimantova.gelocal.it%2Fmantova%2Fcronaca%2F2008%2F02%2F20%2Fnews%2Fcarriere-marmitte-che-passione-1.69965&usg=AOvVaw2eQibD4N_bgzSmTD2XELwh
….e per finire
[b][i]Giuseppe Gilli, scomparso all’età di 84 anni, è stato salutato lunedì a San Barnaba. Era una storia con due inizi, il primo degli Angeli, il più giovane di quattro fratelli, cresciuto dalla madre Maria, che dal 1934 gestiva la Regia Privativa che aveva acquistato come vedova di guerra. Il secondo inizio è stato associato a una personalità come Amedeo Bignami, un grande meccanico, co-pilota al fianco di Nuvolari, Varzi, Chiron, Trossi, Farina e “inventore” di Juan Manuel Fangio in Argentina, in breve, che ha attraversato le grandi gare automobilistiche degli anni 1930 e 1950.‎‎ ‎
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‎ ‎‎Il giovane Giuseppe cercò subito di aiutare la madre lavorando da “ragazzino”, ma andò a scuola, si diplomò geometra a Pitentino, trovò lavoro nel Consorzio Agrario e poi nel mestiere OM di Rinaldo Nuvolari. Amedeo Bignami morì troppo presto nel 1954, quando aveva già fondato una fabbrica di silenziatori per auto a Verona con il fratello Dante. Nel 1955 la “Scuderia Bignami” divenne la B.D, la sigla di Dante Bignami, esistita fino al 1961. Con Dante, i figli Giorgio e Bruno e il genero Bruno Gilli, marito della figlia Bruna. Le due storie si unirono: Giuseppe aveva bisogno della sua esperienza professionale per entrare a far parte della nuova B.D., che si era trasferita da Verona a Mantova in un piccolo capannone sul Dosso del Corso. Nuova moto, con il cartello Supersprint come vincitore‎[/i][/b]
https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=&cad=rja&uact=8&ved=2ahUKEwjk4KKXsf_1AhXfg_0HHexnA_EQFnoECAcQAQ&url=https%3A%2F%2Fnecrologie.gazzettadimantova.gelocal.it%2Fnews%2F11526&usg=AOvVaw2DUOjRk7WmQs1zmasDoC3S
Storie di altri tempi…
🙂