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Stavo riordinando la bulloneria della 500 di cui mi sto occupando ora, e mi sono accorto di un dettaglio interessante. 🙂
Vorrei pubblicarlo nell’argomento dedicato e tenerne traccia, sperando possa tornare utile.
Siamo nella meccanica e per la precisione, in questo caso, alle viti di fissaggio del supporto cambio al pianale.
Ne avevamo già parlato a pag. 02, e questa è la foto che ho scattato per il nuovo restauro.
Trattandosi di una derivata Scoiattolo, ci sono due rondelle supplementari per fermare la protezione del cambio, non presente sulle 500 di serie, eccole:
In fase di smontaggio non ci avevo fatto caso, ma una volta spazzolate, noto che le due viti hanno lunghezze diverse e forse non è una coincidenza…
Per quanto riguarda diametro e filettature sono perfettamente identiche (10X1,25)
La difformità sta nella testa esagonale: mentre una (quella corretta) è da 17mm, la seconda risulta essere da 16mm.
Misura quest’ultima inusuale sulle 500, ma non sulle macchine agricole FIAT, dove a parità di diametro e passo, corrispondono teste esagonali differenti. 😉
Risultato? Una delle due viti del supporto cambio è stata sostituita, sempre con un pezzo preveniente dalla Casa, ma non di origine corretta… :blink:
Nulla di grave, dubito che qualcuno possa accorgersi della differenza di 1mm tra due viti FIAT80… 😉
…Sempre che quel qualcuno sappia che ci vanno le FIAT80… :cheer:
….. E questo?? 🙂 :laugh:
8.8x16mm,ne ho 1 solo, sicuro è una sostituzione.
È un prodotto da ferramenta.
Dalla foto sembra d’acciaio inossidabile.
[quote=”Ale74Pc” post=382779]È un prodotto da ferramenta.
Dalla foto sembra d’acciaio inossidabile.[/quote]
Calcola che è stato appena spazzolato a dovere…. Oggi mi sono ripassato quasi tutto
Che scimmia esagerata mi hai fatto salire Ale74Pc :laugh: :laugh:
Un utente aveva posto alcune domande inerenti i prigionieri per il fissaggio del carburatore alla testata.
Il dubbio riguardava la lunghezza e la eventualmente diversità fra i due.
Ho verificato smontandoli da un motore 110F che ho in casa da anni e poco rimaneggiato.
I due prigionieri sono uguali fra loro, così come i fori filettati nella testa.
Quindi:
N°2 prigionieri M6 x 54 mm;
Zincatura bianca.
Hanno lunghezza diversa le filettature:
14 mm il lato da avvitarsi alla testa,
18 mm il lato verso il carburatore.
Si completa il corpo bullonato con
N°2 dadi M6 autobloccanti (zincatura sempre in bianco) e rondelle in rame.
Presumo siano di primo impiego, inoltre i dadi hanno un esagono leggermente più alto delle versioni commerciali.
Nel complimentarmi per la dedizione, la cura e la precisione delle vostre informazioni, vorrei porre un quesito, sempre relativo alla bulloneria.
Nello smontaggio della mia F del 66, ho fatto un sacco di foto, ma non riesco assolutamente a capire la “finitura” di gran parte della bulloneria, soprattutto nel sottoscocca (bracci, scatola giuda, trapezi, ceppi, montanti e ruote) in quanto rivestiti di ruggine.
Il mio dubbio e’ se nella versione “F” la zincatura della bulloneria fosse grigia oppure tropicalizzata.
A me sembrano tutti grigi, tranne alcuni neri soprattutto nel motore (che ho messo da parte, non ho ancora affrontato il restauro) e nulla di tropicalizzato tranne gli scontri delle porte con le relative viti.
Ho provato a cercare su internet foto delle vetture originali, pre restauro, ma sono tutte conciate come la mia, impossibile capire…
Ho visto pero’ ad esempio una foto onlione di una staffa per fissare il motorino tergi con le relative viti tropicalizzati, e nella mia sono certo fosse tutto zincato chiaro, mi sembrano chiari anche i bulloni.
Anche la pedaliera, indubbiamente la mia ha la bulloneria zincata chiara.
Qualcuno puo’ dirmi PER CERTO se la versione “F” aveva bulloneria grigia oppure quali componenti erano tropicalizzati, e magari quali neri ?
Grazie in anticipo a tutti!!
Claudio
ciao. se vuoi presentarti e parlarci un pò di te puoi aprire un topic qui https://www.500clubitalia.it/forum/15-accoglienza così gli altri utenti potranno darti il benvenuto.
Chiedo scusa, pensavo di essermi presentato parecchio tempo fa, in occasione dell’iscrizione al forum. Purtroppo ho sospeso il restauro per parecchi anni, per cui non ho piu’ fatto l’accesso.
Ora ho fatto presentazione
Grazie, ciao!
Claudio
[quote=”Klb” post=384398]
Qualcuno puo’ dirmi PER CERTO se la versione “F” aveva bulloneria grigia oppure quali componenti erano tropicalizzati, e magari quali neri?[/quote]
Ciao Claudio
hai posto una domanda di non facile risposta, specialmente se poi ti aspetti informazioni certe, quindi presumo necessarie ad un eventuale percorso di omologazione ASI Targa Oro.
Qualora tale riconoscimento fosse il tuo obiettivo, ti invito a contattare un Commissario Tecnico, magari rivolgendoti al Fiduciario 500 Club Italia della tua zona.
In questa sezione potrai trovare informazioni raccolte da semplici utenti del Forum che hanno deciso di condividere e confrontare pareri e riscontri.
In ogni caso dalla discussione potrai dedurre che le protezioni galvaniche della componentistica non erano le stesse.
Il trattamento più efficace era la tropicalizzazione, che faceva assumere ai pezzi il caratteristico colore giallo, adottato sulle parti maggiormente esposte all’umidità ed alla usura.
Si presume poi che la meno nobile zincatura (con finitura grigio chiarissimo) venisse impiegata sulla bulloneria ed apparati collocati nell’abitacolo e vano motore.
Ad un certo punto la Casa Madre deve aver cambiato metodologia, utilizzando quasi ovunque materiali, staffe, viteria ecc. sottoposto unicamente a trattamento di tropicalizzazione.
A quanto pare, l’anno preciso di questa decisione non è certo.
Sicuramente risale a dopo il ’68, periodo di svolta, in cui oltretutto molte soluzioni tecniche vennero unificate per diversi modelli d’auto.
A pag. 9 ho citato un articolo apparso su di una rivista specializzata, il cui si parlava del 1970…
Personalmente ricordo un’informativa presa da un mensile periodico per automobilisti datato 1967 – 68 (o forse 1970, non ricordo perfettamente), che citava la pericolosità del cromo esavalente utilizzato proprio nella passivazione dei metalli dell’industria dell’autoveicolo ed in particolare metteva in evidenza la scelta di molte Case automobilistiche di avvalersi di tali prodotti, fra cui la Fiat; ricordo perfettamente la fotografia a colori del vano motore di una 500 preso ad esempio.
E proprio i composti derivati dal Cromo esavalente, dichiarati tossici, hanno causato la messa al bando della tropicalizzazione, ma questa è storia recente…
Ho fatto alcune ricerche sulle uscite di quegli anni, nel tentativo di ritrovare la rivista, ma purtroppo senza risultato.
Considera inoltre che la Casa del Lingotto si avvaleva all’epoca di fornitori esterni, per cui è possibile che questi ultimi, a loro volta, impiegassero procedimenti galvanici differenti, complicando ulteriormente l’identificazione di un affidabile criterio di classificazione.
Personalmente ritengo che nell’inseguimento della originalità, la miglior tecnica sia il riscontro oggettivo su ciascun pezzo, cercando anche la minima traccia di “giallo o di bianco”, tenendo sempre presente che su macchine così vecchie molti dettagli possono essere stati sostituti. Confronta magari altri restauri di 500 coetanee della tua…
Ultima nota che mi sento aggiungere in qualità di semplice appassionato, è di non diventare matto appresso le zincature.
Meglio dedicarsi ad altre peculiarità…
Irrilevante avere tutti i bulloni perfetti se poi si notano carrozzerie saldate e non puntate, portiere e cofani non allineati oppure labbri passaruota stuccati ecc…
Grazie per la risposta, sto proprio facendo l’analisi di cio’ che smonto, ho provato a togliere qualche bullone del motore, e pulendoli bene si vedono ancora dei piccoli segni di zincatura, ad esempio l’unico che ho trovato con un piccolo segno di tropicalizzazione sulla punta e’ quello che tiene l’anello di sollevamento del motore, gli altri tutti zincati chiaro (fino ad ora)
Piu’ che altro il dubbio mi resta sulla bulloneria del sottoscocca, dei bracci posteriori e dell’avantreno, dove purtroppo ho smontato parecchio tempo fa e non ho adottato una “strategia” di analisi cosi’ approfondita, ed inoltre erano talmente arrugginiti che non credo si potesse ricavarne molto, dall’esame visivo….
Ad ogni modo, per continuare il restauro, seguiro’ assolutamente il tuo consiglio di rivolgermi ad un fiduciario del 500 Club di zona.
Peraltro la mia zona (intuisco dal tuo nick “PC”) e’ praticamente la tua!!! Sono a PV, ma sul confine con PC… 🙂 🙂
Complimenti ancora per la dedizione e la precisione, a presto
Claudio
[quote=”Klb” post=384655]
“Complimenti ancora per la dedizione e la precisione”
[/quote]
Troppo gentile, grazie a nome di tutti gli autori :cheer: :like
[quote=”Klb” post=384655]
“Sono a PV, ma sul confine con PC…”
[/quote]
Beh, in questo caso puoi chiedere consiglio a due Fiduciari di zona.
…trovi i recapiti direttamente sul sito del Club Italia 😉
Quando ci si trova alle prese con lo smontaggio di organi meccanici, può accadere di trovarsi difronte viti bloccate e/o bulloni grippati da ossidazioni, risultando talvolta veramente ostili. 👿
Lubrificare con Svitol, o provare con aria calda, può risultare inefficace…
Non è raro che il gambo filettato di una vite possa collassare durante i tentativi di sbloccaggio, causando il distacco della testa esagonale e lasciando il moncone incastrato nella sede. :S
Altre volte invece l’esagono della testa si rovina irreparabilmente, in altri frangenti si è costretti a tagliarla in quanto unica via per rimuovere il pezzo. :ohmy:
La soluzione di tali problematiche è un argomento certamente legato alla bulloneria e non ne abbiamo mai parlato.
Per i più esperti del settore sarà un’ovvietà, ma per gli utenti che in maniera amatoriale, mettono mano alle loro 500, spero possa essere un utile suggerimento. 😉
Nella 500 che sto restaurando attualmente, mi si è tranciata la vite che ferma il comando aria-avviamento…
Ho quindi dapprima spianato la superficie fuoriuscente con una lima
Poi ho punzonato il gambo al fine di dare il giusto invito alla punta da trapano.
È ben difficile azzeccare il centro, ma anche se vi è un lieve decentramento non è un problema. 😉
Vado quindi a forare il moncone, prima con punta da 2mm, per poi alesare successivamente a 3mm.
Il diametro del foro varia in funzione della vite da estrarre.
Considerando che la vite da rimuovere è una M8, ritengo sia sufficiente.
Procedo all’estrazione mediante un “maschio sinistro”.
In vendita si trovano a prezzi abbordabili ed una serie può rivelarsi utile…
All’esterno si trova l’indicazione del maschio da impiegare in base al diametro della vite da rimuovere.
La specifica forgiatura dell’utensile permette di “arpionare” il foro praticato ruotando in verso antiorario, quindi nel senso di svitamento.
Il procedimento va eseguito tenendo sempre tutto lubrificato
In pratica più si svita, più il maschio sinistro si incunea nel moncone.
La mia è stata una manovra relativamente semplice, sforzando senza paura…”crack!!”
Ecco la maledetta che esce.
Completo il lavoro passando un maschio finitore M8 per rinnovare la filettatura della sede.
Che bullone “Fiat” ci vuole ora?!?
Vi rimando alla Pagina 3. 😛 :cheer:
…Parlavo nei giorni scorsi con un utente di rondelle (o rosette), in particolar modo delle grover (o spaccate, come in genere si dice in officina…).
Ebbene, ho riscontrato una certa differenza fra quelle utilizzate sulla bulloneria Fiat rispetto quello che attualmente si acquista in ferramenta.
Alcune foto:
Come si può vedere la differenza è abissale….
Sezione diversa, dimensioni esterne e superfici di contatto maggiori su quelle originali; risultano inoltre leggermente zigrinate.
Come esempio ho preso una delle rondelle da 10mm impiegate sotto uno dei quattro dadi che fissano il perno di supporto braccetti sospensione anteriore.
Attenzione: se col tempo sono andate perse o rimpiazzate, non è un problema.
Anche quelle di nuova produzione svolgono egregiamente la loro funzione. 😉
Buongiorno ragazzi, questo topic mi piace sempre di più, siete dei chirurghi, riuscite ad evidenziare tutte le impercettibbili differenze, grandi, complimenti.
Questo è un negozio di prova — nessun ordine sarà preso in considerazione. Ignora