Riprendo questa discussione in quanto recentemente ho avuto occasione di poter visionare di persona una 500 convertita a motorizzazione totalmente elettrica, regolarmente omologata e circolante.
Si trattava di una Elle, ben restaurata e mantenuta in conformità originale.
Al di là delle soluzioni un po’ sbrigative e poco curanti dei particolari dell’allestimento, la trasformazione sembrava tutto sommato “moderatamente invasiva”, nel senso che esteticamente non ravvisavo grosse differenze con una 500 tradizionale, se non un congegno elettronico, forse una centralina, che sbucava dai pianali in luogo della classica marmitta e coppa dell’olio.
Mi sono comunque chiesto quale fosse il motivo della presenza sul ponte sollevatore.
…Non certo per problemi di carburazione o accensione….
La macchina era finita in officina perché necessitava la revisione dell’avantreno, che risultava usurato in modo anomalo dopo una percorrenza di poche centinaia di Km.
In oltre trent’anni di cinquecentismo mai mi era mai capitato di vedere nulla di simile.
Nonostante la 500 possa vantare una meccanica relativamente robusta, il peso degli accumulatori posizionati nel vano anteriore è stato fatale…
Oltre ad aver incredibilmente appiattito la balestra, annientando la serie dei silent-block ed i due pernifusi, gli ammortizzatori sembravano essere diventati due pompe portatili per gonfiare le gomme delle biciclette.
Una possibile problematica da tenere in considerazione da tutti coloro che si apprestano ad elettrificare la propria bicilindrica.
Come considerazione personale non posso far altro di notare che nel nome della “moderna transazione” tutto pare lecito, mentre chi si permette prendere qualche accorgimento (estetico o meccanico), ecco che immediatamente corre il rischio di passar per fellone.