Homepage Four Forum Forum 500 Club Italia La Casa delle 500 Articoli e prove La storia della 5oo attraverso le pagine de “La Stampa” di Torino

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  • #505864
    Gens Orsina
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    PREFAZIONE

    Avendo la possibilità di accedere all’Archivio Storico de “La Stampa” e con la speranza di fare cosa gradita ai molti frequentatori del Forum del “Fiat 500Club Italia” ho pensato di aprire questo Topic per ripercorrere insieme a voi la storia della piccola bicilindrica attraverso le pagine del prestigioso quotidiano di Torino.

    Lo farò periodicamente iniziando dal 1957 anno della sua nascita, aggiungendo agli articoli e alle immagini alcuni richiami e commenti e riportando anche qualche curiosità o aneddoto di cronaca e costume di quegli anni.

    Prima di iniziare mi sembra doveroso però quantomeno accennare alla ultracentenaria vita di questo giornale dal quale ho estratto i servizi riguardanti la vita della 500.

    Il 9 febbraio 1867 viene fondato a Torino un quotidiano al quale si dà il nome di “Gazzetta Piemontese”. Costa 5 Centesimi e raggiungerà presto una tiratura di 7-8mila copie con due edizioni giornaliere. Il 1° gennaio 1895 la testata viene modificata in “La Stampacon il sottotitolo “Gazzetta Piemontese” e così resta fino all’agosto del 1908 quando dopo fasi alterne si decide di dargli il nome de “La Stampa”. Nel 1926 la proprietà passa alla Fiat ovvero alla Famiglia Agnelli. Nel 1930 esce l’edizione pomeridiana che dall’anno seguente si chiamerà “Stampa Sera”.

    Nei giorni seguenti al 25 aprile 1945 e fino al 18 luglio il CNL ne sospende le pubblicazioni. Quando torna nelle edicole il nome è “La Nuova Stampa” che dal 1° gennaio 1959 muterà definitivamente in “La Stampa”. Nel dopoguerra e con l’industrializzazione del nostro Paese il giornale rappresenterà in Italia e nel mondo il Gruppo Fiat e ciò fino al marzo 2016 quando attraverso l’incorporazione di Italiana Editrice nel Gruppo Editoriale L’Espresso la testate entrerà a far parte della Cir di Carlo De Benedetti.

    Il 23 aprile 2020 Giano Holding – società di nuova costituzione della Famiglia Agnelli – acquista il 43,78% di Gedi (ex Gruppo Editoriale L’Espresso) e lo stesso giorno il nuovo Consiglio di Amministrazione nomina Presidente John Elkann riportando in tal modo la testata nell’orbita della predetta storica famiglia e di FCA. Contemporaneamente, al posto di Maurizio Molinari che passa a dirigere “La Repubblica” viene nominato Direttore Responsabile [b]Massimo Giannini.

    Ad oggi Giano detiene il 25% del mercato editoriale nazionale. Oltre a diversi settimanali, tra i quali cito: “L’Espresso” e emittenti radiofoniche come “Radio Deejay” e “Radio Capital” – appartengono a detta Holding anche questi altri quotidiani: La Repubblica – Il Secolo XIX di Genova – Messaggero Veneto di Udine – Il Piccolo di Trieste – Gazzetta di Mantova – Il Mattino di Padova – La Provincia Pavese – La Tribuna di Treviso – La Nuova di Venezia e Mestre – Gazzetta di Reggio – Gazzetta di Modena – La Nuova Ferrara – Corriere Alpi di Belluno – La Sentinella del Canavese di Ivrea.

    Roma, giugno 2020

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    #505866
    Gens Orsina
    Partecipante

    2 luglio 1957

    Il viaggio a ritroso nel tempo inizia in questo giorno. L’immagine ritrae l’allora Presidente del Consiglio Adone Zoli (Cesena 1887 – Roma 1960) mentre scende da una “Nuova 500” al termine di un giro di prova che il capo collaudatore Fiat nonché ex pilota Carlo Salamano (Vercelli 1890 – Torino 1969) gli aveva fatto fare. Anche se a molti questa foto è già nota, non poteva mancare nel mio escursus perché riguarda il primo articolo in cui si parla della 500. Venne scattata il giorno precedente in occasione della presentazione ufficiale all’allora Capo del Governo e al Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale Luigi Gui (Padova 1914 – 2010) al cui suo dicastero la casa automobilistica torinese regalò nell’occasione ben venti 500. La cerimonia avvenne alla presenza degli Ingegneri Douglas Scotti e Vallecchi – vertici della Filiale Fiat di Roma – e si tenne al Palazzo del Viminale dove oggi si trova il Ministero dell’Interno ma che all’epoca ospitava la Presidenza del Consiglio dei Ministri. È infatti nel 1961 che la sede di quest’ultima verrà trasferita a Palazzo Chigi.

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    #505995
    Gens Orsina
    Partecipante

    3 luglio 1957

    Dopo Roma è la volta di Torino. Allo Sporting Club di Corso Giovanni Agnelli, l’allora Presidente di Fiat, professor Vittorio Giuseppe Valletta (Sampierdarena 1883 – Pietrasanta 1967) presenta alla stampa e alle tante autorità la nuova arrivata, definita dal quotidiano “Vetturetta”. Come scritto nell’articolo: “…le macchine a disposizione del pubblico erano una trentina (n.d.a tutte grigie e schierate a bordo piscina) ed al volante di ognuna c’era un collaudatore in tuta bianca pronto per condurre chi voleva salire…”.

    Il giornale ci dice che alla cerimonia del giorno precedente, oltre al Prof. Valletta erano presenti per Fiat: il Direttore Generale nonché Amministratore Delegato Ing. Gaudenzio Bono (Torino 1901 – 1978), i Vice Presidenti Avv. Gianni Agnelli (all’anagrafe Giovanni: Torino 1921 – 2003) e il Gr. Uff. Luigi Gajal de la Chenaye (Torino 1894 – 1963), il Direttore Stampa, Propaganda e Relazioni Esterne Dr. Gino Pestelli (Firenze 1885 – Torino 1965) e l’Ing. Dante Giacosa (Roma 1905 – Torino 1996) sul quale non debbo aggiungere nulla se non che noi appassionati dobbiamo essergli grati per essere stato il padre della 500.

    Il giornale non racconta che ospite d’onore della kermesse fu Nino Farina (all’anagrafe Giuseppe: Torino 1906 – Aiguebelle 1966) – primo pilota a laurearsi campione del Mondo della Formula 1 nel 1950 – che volle anche lui provare la macchina.

    L’articolo di spalla è a firma di Aldo Farinelli, giornalista entusiasta della nuova arrivata in casa Fiat. Cito il passo in cui elenca quale fascia di pubblico secondo lui, avrebbe incontrato i favori della 500: “…la destinazione normale della macchina è per l’uso biposto: motorizzazione dei viandanti solitari, degli scapoli o delle coppie, degli stanchi del veicolo a due ruote, dei viaggiatori di commercio, dei rurali, delle signore e, nel contempo, ruolo di seconda macchina personale per gli spostamenti d’affari a raggio limitato o in città, dove la congestione circolatoria e la difficoltà dei parcheggi cominciano a rendere problematico l’impiego dell’auto di famiglia. Persino in America!…”.

    Riguardo al Professor Valletta – uomo che ha fatto la storia della casa automobilistica torinese – riporto un aneddoto dell’8 giugno 1946 quando, in occasione della proposta avanzatagli da Gianni Agnelli per ricoprire la carica di Presidente della Fiat, questi, prima di accettare il prestigioso incarico, pose una precisa condizione rivolgendo all’Avvocato la famosa frase: “…esistono solo due possibilità: o è lei a fare il Presidente oppure lo faccio io”, e altrettanto famosa rimane l’elegante risposta che ricevette: “Professore, lo faccia lei”.

    Vittorio Valletta rimarrà al comando di Fiat fino al 1966, anno in cui gli subentrerà proprio Gianni Agnelli. I venti anni servirono al Professore, per guadagnarsi l’appellativo di “Primo operaio della Fiat”, e all’Avvocato – al quale il nonno Giovanni Sr. aveva detto: «Prenditi qualche anno di libertà prima di immergerti nelle preoccupazioni dell’azienda», e che pertanto aveva svolto solo ruoli di rappresentanza – di acquisire le doti necessarie per guidare un’azienda giunta ormai a vertici dell’industria motoristica mondiale.

    Quando andò in pensione, il Professore Valletta venne nominato senatore a vita da Giuseppe Saragat (Torino 1898 – Roma 1988). Alla domanda rivoltagli nel corso di un’intervista dal famoso giornalista Enzo Biagi (Lizzano in Belvedere 1920 – Milano 2007), che gli chiedeva quali fossero i suoi progetti futuri, rispose: “Morire il più presto possibile”; una frase che anticipava quanto sarebbe accaduto appena un anno dopo.

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    #506113
    Gens Orsina
    Partecipante

    3 luglio 1957

    Questa volta è ”Stampa Sera” ad occuparsi della “Nuova 500” e lo fa con un articolo nel quale Giovanni Bracco e Umberto Maglioli narrano le positive sensazioni riportate dopo aver provato la bicilindrica sulla famosa quanto impervia salita Biella Oropa (da mt. 421 a mt. 1180 slm).

    Voglio farvi notare come anche 63 anni or sono si usava scrivere articoli fatti ad arte per mascherare fini pubblicitari di un prodotto. In questo caso infatti le prestazioni della piccola utilitaria vennero descritte in modo talmente ridondante che c’è da sorridere nel leggere oggi quanto riportato in questo servizio a firma dell’inviato Paolo Bertoldi: “…I tratti più aspri, su verso il Santuario, sono presi allegramente: il Bottalino-Cossila San Grato, il Favaro-Cave, La Vecchia, sono nomi che sanno di radiatori che bollono e di vecchie auto arrancanti, pendenze dal 10 al 15 percento, vengono superate in un balzo. Anche una 1100 è superata in un balzo; “Giovannino, non esagerare”. Difatti il pilota della 1100 seccato di vedersi sfrecciare davanti quel cosino a quattro ruote, schiaccia tutto e ritorna in testa…” oppure quanto scritto da Maglioli quando furono in quattro a salire sulla piccola autovettura, appesantendola di ben 318 chilogrammi: “…i due davanti si trovavano a loro agio, quelli dietro in po’ meno, ma ci stavamo e soprattutto la macchina tirava nonostante il peso…” e infine “…il posto di guida è buono anche per chi è alto come me (n.d.a. – mt.1,88)…”.

    Ma chi erano i due collaudatori?
    Giovanni Bracco (Biella 1908 -1968) è stato un pilota specialista delle corse in salita. Ha vinto varie edizioni della Biella Oropa e ha pilotato importanti auto da corsa tra le quali una Lancia Aprilia, una Maserati GCS, una Lancia Aurelia B20, una Maserati 200S e, infine, una Ferrari 250 S coupé Vignale con la quale vinse l’edizione 1952 della Mille Miglia.
    Umberto Maglioli (Bioglio 1928 – Monza 1999) vinse invece per ben tre volte la Targa Florio e nel 1954 la famosa Carrera Messicana. Dal 1953 al 1955, quale pilota della Scuderia Ferrari ottenne vari podi in Formula 1.

    A far loro compagnia c’era Miss Piemonte 1957 – al secolo Augusta Maria Favalli (Cremona 1938) – del cui saggio motoristico dalla stessa eseguito nell’occasione, Bertoldi ci fa un breve, simpatico resoconto: “…Ancora munita di foglietto rosa…ad onore di Miss Piemonte va detto che la principiante n. 1 è partita in salita senza scrolloni, ha grattato una volta sola col cambio. Il record della Biella Oropa non l’ha migliorato, tuttavia si è comportata con sicurezza ubbidendo prontamente ai consigli di Bracco: “prema là, non abbia fretta di ingranare la marcia, tenga su di giri il motore”…”. All’epoca queste notizie non si chiamavano ancora “gossip”; forse erano definiti “pettegolezzi”, ma sicuramente siffatto modo di fare giornalismo era voluto dagli editori – così come oggi – per catturare la curiosità e l’interesse di alcuni lettori e conseguentemente aumentare le vendite del giornale.

    Con la sua impresa, l’allora ragazza divenne la prima donna ad aver guidato una 500.
    Lombarda di nascita ma residente a Torino in Corso Orbassano 242, una sua foto apparve su “La Stampa” del 24 giugno 1957 a corredo di un articolo nel quale si raccontava della manifestazione tenutasi il giorno prima al Tennis Club di Lesa sul Lago Maggiore nel corso della quale la stessa – già Miss Cinema Torino – si era aggiudicata la fascia regionale. Il titolo le valse la partecipazione alla finalissima di Roma per la scelta della candidata italiana a “Miss Universo 1957” – passerella che quell’anno si sarebbe tenuta a Long Beach in California.
    Sarebbe bello poter oggi rintracciare questa ormai ottantaduenne signora e darle un segno di riconoscimento da parte del nostro Club per questo suo primato che – a quanto mi risulta fino ad ora sconosciuto – le ha consentito di entrare a tutti gli effetti nella storia della 500. Altrettanto bello sarebbe poter scrivere il suo nome nell’elenco dei personaggi che hanno dato lustro a questa vettura.

    Lo stesso giorno, ma nella pagina “Cronaca Cittadina”, il giornale pubblicò un piccolo articolo che anticipò la prima presentazione pubblica della “Nuova 500” con una sfilata che si sarebbe tenuta nel pomeriggio per le vie del centro di Torino e alla quale avrebbero partecipato decine di giovani indossatrici. Nella mia prossima puntata parlerò proprio di questo evento.

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    3 Continua

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    #506207
    Gens Orsina
    Partecipante

    4 luglio 1957

    E siamo così giunti alla data più importante della storia della nostra beniamina. Con l’avvio della commercializzazione, come noto, questo giorno rappresenterà negli anni a venire il suo compleanno e verrà sempre celebrato degnamente in tutto il mondo. Nata sotto il segno zodiacale del Cancro: ”… coloro che vedono la luce in questo periodo sono: irrazionali e volubili, ma in realtà molto intuitivi e percepiscono gli altri dandogli molto valore, enfatizzando sia le emozioni che l’empatia. È peraltro un segno ricco di vitalità, gioioso, emotivo…” – tutte doti che ben si adattano al suo carattere.

    Forse non tutti sanno però, che della 500 si conosce anche il luogo e la data del suo concepimento: Stupinigi 18 ottobre 1955.

    Fu infatti nella famosa Palazzina di Caccia dei Savoia, oggi Patrimonio dell’Umanità, che quel giorno di due anni prima alla presenza di Dante Giacosa – Capo della Direzione Superiore Tecnica degli Autoveicoli: Gianni Agnelli, Vittorio Valletta e altri vertici Fiat approvarono il progetto del suo prototipo chiamato “modello 400” poi re-ingegnerizzato in “modello 450” fino a quando, nel 1957, in prossimità dell’effettiva messa in produzione, l’autovettura venne battezzata “Nuova 500” così da distinguerla dalla sigla già in uso per la macchina passato alla storia come “Topolino” (prodotta dal 1936 al 1954 – la giardiniera belvedere fino al 1955).

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    (Stupinigi – Torino – Palazzina di Caccia Sabauda 1729/1733 – opera dell’Arch. Filippo Juvarra)

    Su “La Stampa” è a pagina 5 che si parla della nuova arrivata e lo si fa titolando “Tra gli applausi di due fitte ali di pubblico – La grande sfilata per le vie di Torino di 120 auto Fiat del tipo Nuova 500”.

    Anche questa volta, Fiat volle stupire tutti organizzando una manifestazione festosa e vivace senza trascurare nulla. Il corteo – svoltosi il giorno precedente – era preceduto da una moto Gilera Saturno 500 del 1956 con marmitta Abarth. A bordo delle prime auto, anche 20 splendide indossatrici.

    Trascrivo una interessante parte dell’articolo ancora una volta a firma del giornalista Aldo Farinelli: “… Idealmente la sfilata di ieri ha avuto una sua logica e coerente cronologia. Le 120 “Nuova 500” erano gli esemplari che la Filiale di Torino della Fiat consegnava come campioni agli altrettanti commissionari della provincia. Partendo dalla sede della Filiale di Corso Bramante, i 120 commissionari, ognuno al volante della propria vetturetta, hanno voluto che esse tornassero in quella stessa officina dove erano state costruite e da dove pochi giorni prima erano uscite. Il lieto corteo si è così diretto alla Fiat Mirafiori e lì è entrato nell’officina dove alla linea di montaggio alacri mani approntavano altre vetture gemelle di quelle di cui ricevevano la visita di commiato. Il lavoro fu sospeso per qualche minuto, non per una cerimonia preventivata ma perché spontaneamente gli operai interruppero la loro attività e si misero ad applaudire…”.

    Nella stessa pagina un trafiletto informa i lettori che il prezzo della nuova arrivata è stato fissato a 490.000 lire, ossia: “…1.043 lire al chilogrammo; il miglior prezzo offerto oggi sul mercato italiano e viene venduta anche a rate…”
    Trovo strano il modo di paragonare il valore della macchina al suo peso ma evidentemente era questa una regola in quanto il giornalista si dilunga, comparandolo a quello di altre vetture Fiat il cui costo, ci dice, oscillava tra le 1.100 e le 1.175 lire al chilogrammo mentre la “Topolino” arrivava a ben 1.250 lire al chilo.

    A corredo della storica giornata e per lasciare traccia dell’evento, aggiungo due immagini che non sono apparse su “La Stampa” ma reperite in Internet.

    La prima rappresenta il momento in cui il corteo inizia a muovere dalla Filiale Fiat di Corso Bramante per raggiungere le vie e piazze del centro di Torino…

    …la seconda mentre lo stesso sta percorrendo il viale che conduce allo stabilimento Fiat Mirafiori per rendere omaggio alle maestranze che avevano da poco tempo avviato la produzione di questo modello e che stavano continuando nello specifico lavoro.

    4 Continua

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    #506323
    Gens Orsina
    Partecipante

    4 luglio 1957

    In un tempo in cui la Rai trasmetteva quotidianamente solo 3 radiogiornali e mandava in onda un solo breve telegiornale alle 20,00, alcuni editori per fornire ai lettori notizie sempre più aggiornate e che contenessero anche i fatti accaduti nel medesimo giorno, crearono nuove testate che venivano
    vendute nel tardo pomeriggio, principalmente nelle strade e attraverso l’utilizzo di strilloni. A Roma ebbero successo “Paese Sera” e “Momento Sera”, a Milano “La Notte” e “Corriere d’Informazione” a Palermo “L’Ora” e a Torino “Stampa Sera”.

    L’articolo che segue, uscito su quest’ultimo giornale, ci dà pertanto la possibilità di leggere dell’esposizione della nuova bicilindrica, avvenuta al Salone Fiat di via Roma al mattino dello stesso 4 luglio 1957.

    Il cronista ci racconta che furono molte le vetture a disposizione del pubblico: “…per fare un giro d’assaggio…” e aggiunge: “…sostavano lungo il marciapiede di fronte al Salone e spiccavano per i loro colori leggeri verde-acqua, azzurro, bianco…” ma nonostante ciò “…la lista a metà mattina era già lunga e c’è chi ha dovuto attendere parecchio prima che arrivasse il suo turno…”

    Anche in questa occasione c’erano al posto di guida i collaudatori vestiti in tuta, mentre: “…graziosissime fanciulle offrivano ciuffi di tulle rosa in cui erano racchiusi i confetti, in onore della nuova nata…”. All’interno del Salone era stato posizionato “…uno schermo cinematografico che proiettava documentari o brevissimi film sulla lavorazione della vettura …”.
    Insomma mi sembra di capire che la presentazione avvenne in pompa magna e senza badare a spese.

    Come già sapete, solo pochi giorni dopo però il mercato iniziò a criticare il modello in quanto il suo allestimento venne considerato troppo minimale. Fiat pagò un pesante scotto per averlo così voluto e ciò allo scopo di evitare che la nuova arrivata facesse concorrenza alla sorella maggiore uscita due anni prima: la “600”. Le scarsissime vendite, costrinsero pertanto la casa torinese a realizzare nel giro di pochissimi mesi una nuova versione della 500, ma questa è una storia che racconterò fra alcune puntate. Per ora godiamoci l’entusiasmo popolare dimostratole nell’occasione dalla folla.

    Il Salone Fiat di Via Roma, voluto nel 1936 da Giovanni Agnelli senior (Villar Perosa 1866 – Torino 1945), oggi non esiste più. Molto probabilmente era quello rappresentato nella foto che segue, da me reperita nel sito “Torino Sparita” che non ne specifica però la fonte.

    Alcuni amici di Torino – menti storiche del capoluogo del Piemonte – mi hanno riferito che il locale era al civico 315, all’incrocio con via Bruno Buozzi (Angolo di sinistra guardando il Principi di Piemonte Hotel) e venne chiuso all’inizio degli anni ’70 del XX secolo. Qui successivamente si sono alternate diverse attività commerciali di abbigliamento. A dimostrazione di come tutto cambia con il passar del tempo e a cosa fa riferimento l’articolo di “Stampa Sera” – la cui foto è di pessima qualità – pubblico un’immagine attuale di H&M, brand svedese che in questi spazi ha trasferito il proprio punto vendita da pochissimi anni. Bisogna essere grati ai progettisti del nuovo negozio, i quali in occasione della ristrutturazione, hanno voluto reintegrare i serramenti in ottone delle vetrine già in uso nell’ex Autosalone Fiat mantenendo così il fascino e la peculiarità degli ampi locali che si trovano al piano terra di uno dei palazzi ideati dal famoso Architetto Marcello Piacentini (Roma 1881 – 1960) ubicati tra Piazza San Carlo e Piazza Carlo Felice.

    (Fonte Internet)

    A conclusione di questa puntata, inserisco l’immagine della prima pagina de “La Stampa” del 4 luglio 1957. Lo faccio quale omaggio alla nuova nata, così come era consuetudine fare in quegli anni quando un bambino veniva al mondo. In tal modo il giornale rimaneva un perenne ricordo del suo giorno di nascita e di chi glie lo aveva donato.

    5 Continua

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    #506496
    Gens Orsina
    Partecipante

    5 luglio 1957

    Nella città per antonomasia senza auto, la “Nuova 500” è una delle poche vetture ad aver infranto questa regola non fermandosi a Piazzale Roma ma riuscendo ad arrivare nella splendida cornice di Piazza San Marco a Venezia. Ce lo racconta questo trafiletto in calce ad una foto che la rappresenta mentre fa tappa davanti al Ponte della Paglia, così chiamato per un’antica usanza – peraltro vietata dalla Serenissima – di ormeggiarvi barche cariche del sottoprodotto dell’agricoltura.

    Nella mia ricerca non ho trovato altre immagini riguardanti l’esposizione della piccola vettura in laguna e pertanto – al momento – l’istantanea va considerata quale vera rarità. Purtroppo la qualità non è delle migliori ma per dare l’idea di dove fosse, pubblico una foto altrettanto d’epoca del Ponte della Paglia, che attraversando Rio di Palazzo, collega il molo di Piazzetta di San Marco a Riva degli Schiavoni e permette una splendida visuale del Ponte dei Sospiri.

    (Fonte Internet)

    Nella speranza che qualche appassionato ci mostri una foto (sempre che esista) della 500 nella cornice di quello che viene definito “Il Salotto d’Europa”: Piazza San Marco, dobbiamo solo immaginarla, accontentandoci – si fa per dire – di un’altra bella immagine relativa a quando la 600 venne mostrata ai veneziani nello stesso luogo. In fin dei conti, siamo in famiglia e questa è pur sempre la sorella maggiore; un omaggio dovuto, se non altro, al fotografo per qualità artistica della bella inquadratura.

    (Foto Internet)

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    #506499
    Maurizio
    Partecipante

    Grazie… bellissima .

    #506524
    drago500
    Partecipante

    Grazie per questi articoli.
    Ricordavo una foto a colori di qualche anno dopo, la presentazione della Giardiniera.

    🙂

    #506551
    drago500
    Partecipante

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    puntina meritata per questa bella discussione.

    🙂

    #506643
    Gens Orsina
    Partecipante

    6 e 7 luglio 1957

    Come avrete forse letto nella mia Prefazione, i quotidiani “La Stampa” e “Stampa Sera” – tranne che per un breve periodo della loro vita – sono sempre stati riconducibili alla Famiglia Agnelli ed è forse per questo motivo che i giudizi sulle auto Fiat, scritti su queste due testate da giornalisti del Gruppo, nella maggior parte dei casi risultano positivamente amplificati. Se ricordate lo avevamo notato quando nella seconda parte della puntata del 3 luglio, Paolo Bertoli descriveva in modo colmo di lodi le prestazioni della “Nuova 500” sulla salita Biella Oropa.

    Altrettanto aveva fatto Paolo Farinelli, lo stesso 3 luglio 1957 elogiando esageratamente alcune componenti o prestazioni dell’utilitaria quali: “…va lodata la marmitta di scarico molto psicologica che amalgama, attutisce e mescola così bene il rombo degli scoppi, da mascherare acusticamente all’utente la mancanza degli altri due cilindri tradizionali…” (Cari cinquecentisti, sapevate di avere una marmitta psicologica?) oppure: “…silenziosità notevole relativamente al tipo di motore consentendo tra i due occupanti anche la conversazione a voce bassa…” ancora: “…l’amplissima bagagliera che ricorda la Topolino…” e infine: “…in una forte discesa tutte curve come quella da Gignese a Baveno sul Lago Maggiore, ricavammo netta la impressione che più irruentemente non avremmo potuto farcela con alcuna vettura neppure di carattere sportivo…”.

    La cosa evidentemente non passò inosservata ad un pignolo abbonato de “La Stampa” – il Signora Aldo Terravasio – che il 6 luglio 1957, attraverso la rubrica dedicata ai lettori “Specchio dei tempi”, fece notare a Farinelli che quanto il cronista aveva scritto tre giorni prima nel predetto articolo: “…è un meraviglioso gingillo, motore pronto, generoso, sufficientemente elastico e anche veloce (la casa lo dà per un massimo di oltre 85 Km/ora), noi coprimmo parecchi chilometri consecutivi dell’autostrada in 45” esatti: media 90…” non era esatto e infatti così precisò: “…percorrendo un chilometro in 45’’ la velocità corrisponde a 80 e non a 90 Km/ora…”.

    …e il giorno 7 luglio 1957 arrivò pronta la risposta di Aldo Farinelli: “…errore non matematico ma semplicemente dattilografico…il lapsus digiti era nei 45 secondi al posto dei quali doveva leggersi 40: in quanto la velocità cronometrata della 500 su autostrada fu realmente di 90 Km. ora…”

    Con la sua replica – piuttosto stizzita – il giornalista confermò ancora una volta di aver percorso in autostrada, con la “Nuova 500” – e per di più con un’altra persona a bordo – diversi chilometri ininterrotti a 90 all’ora; velocità che in verità a stento raggiungono oggi le nostre “vetturette” se dotate ancora di motori originali e non elaborati (anche le versioni successive alla “Nuova”).

    7 Continua

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    #506829
    Gens Orsina
    Partecipante

    10 luglio 1957

    La nascita della bicilindrica di Casa Fiat suscitò vasta eco anche nel Regno Unito. Lo apprendiamo da queste poche righe dove da Londra ci viene riferito che: “…tutta la stampa popolare e quella tecnica hanno salutato l’apparizione della Nuova 500 Fiat come uno dei principali avvenimenti del mondo industriale europeo…”. In particolare sono le riviste specializzate “Autocar” e “Motor” a dedicarle ampi servizi mentre il “Daily Telegraph” si sofferma sulla parte economica precisando che: “…l’automobile italiana, sul mercato britannico dovrà essere messa in vendita al prezzo di 570 sterline…che equivalgono a quasi 1 milione di lire…”

    11 luglio 1957

    Dopo che il 1° luglio Fiat aveva regalato 20 esemplari della neonata vettura al Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, qualche giorno dopo un simile gesto di generosità venne ripetuto dalla stessa società questa volta per omaggiare con 18 “Nuova 500” le Associazioni Regionali di Stampa, i principali Sindacati Giornalistici e l’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani “Giovanni Amendola”.

    La consegna avvenne per il tramite della Federazione Nazionale della Stampa Italiana e nonostante la motivazione del gesto di prodigalità fosse: “…per le opere assistenziali delle organizzazioni professionali dei giornalisti in tutta Italia…” essendo detta Federazione il Sindacato unico e unitario dei giornalisti, ad alcuni venne il sospetto che il cenno di magnanimità celasse un secondo fine.

    Evidentemente però i fatti non stavano così (o forse non raggiunse lo scopo prefissato) poiché tranne le due testate di cui ci stiamo occupando – e poche altre – la maggior parte dei giornali, pur salvando l’estetica della “Nuova 500”, riservarono forti critiche sia alla meccanica che al confort interno. Come sappiamo Fiat fu costretta ad intervenire preparando nel giro di quattro mesi una seconda versione e solo grazie a ciò i giudizi da critici diventarono lusinghieri cosicché la macchina diventò un mito mondiale e un vanto dell’industria motoristica italiana.

    8 Continua

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    #506959
    Gens Orsina
    Partecipante

    13 luglio 1957

    A distanza di appena 9 giorni dalla commercializzazione della “Nuova 500”, apparvero su “La Stampa” le prime due pubblicità che la riguardavano; le reclamizzarono alcune ditte che si occupavano di componentistica aggiuntiva.

    Se con il primo modulo commerciale si consigliò di dotare la bicilindrica di un valido antifurto C.E.A.M. che: “…costa poco e vale molto…” (evidentemente già in quel periodo i topi d’auto non mancavano)

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    nel secondo la S.A.F.A.I. di Torino, propose accessori: “…ideali alla civetteria della più piccola grande vettura…” prodotti dalla ditta Officine RUSPA con sede nello stesso Capoluogo Piemontese.

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    Per aver prodotto e commercializzato i primi accessori aftermarket destinati a questa vettura e per la tempestività nell’aver effettuato il battage pubblicitario, anche queste attività sono da annoverare nella storia della piccolina di Casa Fiat.

    Ad oggi solo RUSPA sembrerebbe ancora esistere e dovrebbe essere la SpA che ha sede in Robassomero – Torino. Questa è la sua storia pubblicata nel sito aziendale che voglio trascrivere, non solo in quanto legata all’ambiente motoristico, ma anche perché si parla della corsa Biella Oropa la famosa salita dove per la prima volta venne provata la “Nuova 500”; evento di cui vi ho parlato nella puntata del 3 luglio 1957: “…RUSPA Officine S.p.A. nasce a Torino come azienda metalmeccanica nel 1937: in quell’anno Luigi Ruspa apre il primo laboratorio di progettazione e costruzione di componenti per auto. La passione di Luigi per la meccanica risale però al 1925 quando vince la mitica Biella-Oropa a bordo di una motocicletta RUSPA, arrivando primo nella sua categoria. Dopo quella prima fatidica vittoria, il suo impegno si focalizza nel partecipare e vincere le più importanti competizioni motociclistiche dell’epoca e nella produzione e vendita delle sue moto. Un impegno che Luigi Ruspa ha trasformato in un’industria in grado, ancora oggi, di mantenere inalterati l’entusiasmo e la voglia di mettersi in gioco del suo fondatore…”.

    La memorabile CEAM di Agrosi & Magni ha invece chiuso i battenti da molti anni e i locali di Via Alfieri 22 sono ora occupati da un’agenzia assicurativa. Stessa cosa ha fatto la S.A.F.A.I. In Corso Vittorio Emanuele II, 28-30 attualmente ha sede un’azienda che si occupa di ristrutturazioni edilizie. Nessuno degli amici di Torino ha saputo fornirmi indicazioni tali da aggiungere valore a ciò che ho appena raccontato.

    Per quanto ovvio, le due ditte produttrici di accessori aftermarket non potevano essere ignorate da Alessandro (Drago500) al quale ho chiesto di darmi qualche cenno sul loro conto e che, pronto – quanto come al solito gentile – così mi ha riferito: “…sia C.E.A.M. che le Officine RUSPA nacquero prima della 500 e si occupavano della realizzazione di componentistica per auto. Mostrai in alcune occasioni piccole immagini pubblicitarie di oggetti prodotti da quest’ultima, assai belli…”. Grazie Alessandro e complimenti; non finirai mai di stupirci!

    Tornando al mio lavoro, da questa data si attenua su “La Stampa” e “Stampa Sera” l’intensità dei fari accesi sulla 500 e per un po’ di tempo alle notizie non verrà più dato il risalto dispensato generosamente fino a questo momento. Ma la vita della nostra beniamina è solo all’inizio e la sua storia – ancora molto lunga – sarà ricca di tanti eventi e curiosità che continuerò a raccontarvi così come ho fatto sinora, sperando di non annoiarvi.

    9 Continua

    #507178
    Gens Orsina
    Partecipante

    2 – 3 settembre 1957

    Settembre, andiamo. È Tempo di migrare. Ora in Terra d’Abruzzo i miei pastori lascian gli stazzi e vanno verso il mare…” inizia così la toccante poesia: “I Pastori” scritta nel 1903 da Gabriele D’Annunzio (Pescara 1863 – Gardone Riviera 1938).

    Ma in un settembre di 54 anni dopo, nel momento in cui in Italia stava nascendo il così detto “Miracolo Economico” improntato ad un diffuso benessere che avrebbe messo fine anche all’antico rito della transumanza – sostituito con l’uso di carri bestiame – ad arrivare sul litorale abruzzese furono 35 candidate al concorso di Miss Italia e Miss Cinema. Chi pertanto si aspettava di vedere in quei giorni, come ogni anno, il passaggio dei pastori provenienti con le loro greggi dalle zone dall’Aquilano e dal Teramano che dopo un lungo cammino giungevano a piedi: “…all’Adriatico selvaggio che verde è come i pascoli dei monti…” rimase sicuramente basito nel notare che le vie di Pescara erano invece invase da fiammanti “Nuova 500” con a bordo le aspiranti al titolo di ragazza più bella d’Italia.

    La festosa parata ce la racconta bene Antonio Antonucci nell’edizione pomeridiana del 2 settembre quale inviato speciale di “Stampa Sera”: “…ieri queste bellezze sono state presentate al pubblico in una sfilata particolare lungo il tragitto Stazione Porta Nuova, Viale Gabriele d’Annunzio, Viale Conte di Ruvo Ponte sul Fiume Pescara, Corso Emanuele fino alla Stazione Centrale, Corso Umberto I; circa due chilometri. Esse indossavano costumi regionali e procedevano in altrettante automobili Fiat 500 a tetto aperto. A un tratto ne sono scese per mostrarsi in una passerella, con i caldi commenti illustrativi di Nunzio Filogamo (Palermo 1902 – Rodello 2002). Alcune candidate, munite delle relative licenze di guida, hanno dato prova della loro maestria nel guidare l’automobile…”.

    Il giorno seguente è invece l’inviato di “La Stampa” a fornire questi ragguagli: “…Le trentacinque ragazze riconosciute particolarmente belle da precedenti giudizi di commissioni, radunate a Pescara per la scelta di Miss Italia 1957 e Miss Cinema Italia 1957 sono state ieri presentate alla popolazione in una sfilata su altrettante macchine Fiat-500 scoperte e lungo una passerella eretta sopra aiuole di giardino. Fiori su fiori. Lungo tutto il percorso, circa due chilometri, ali dense di curiosi e applausi a non finire. Almeno ventimila persone…”.

    Poiché il titolo dell’articolo che precede potrebbe trarre in inganno, è bene precisare che queste belle ragazze non si recarono nella zona della Majella a bordo delle utilitarie, ma preferirono farlo in pullman.

    Per la cronaca ad aggiudicarsi la fascia di Miss Italia 1957 quell’anno fu la ventenne romana Beatrice Faccioli: prima – e forse unica – della sua categoria ad aver sfilato e guidato una 500; e quando parlo di categoria mi riferisco a quella di Miss Italia, poiché come ricorderete la prima Miss in assoluto ad aver guidato una 500 fu nel luglio 1957 la ragazza più bella del Piemonte: Augusta Maria Favalli.

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    Beatrice Faccioli – Miss Italia 1957 – (Ft. Internet)

    Miss Cinema 1957 fu invece la studentessa diciottenne di Milano Michela Zini.

    Zini.jpg
    [i]Michela Zini – Miss Cinema 1957 – (Ft. Internet)
    [/i]

    Pubblico anche il link di un filmato che ho rintracciato negli archivi LUCE nel quale si vede la sfilata delle Miss in 500 per le vie di Pescara e la proclamazione delle due vincitrici.

    https://patrimonio.archivioluce.com/luce-web/detail/IL5000091353/2/vince-titolo-beatrice-faccioli-miss-cinema-e-milena-zini.html?startPage=0

    Questi due articoli, sono tra gli ultimi che riguardano la 500 nella versione nata nel luglio del 1957. Lo stabilimento Fiat Mirafori infatti, in quei giorni stava già lavorando ad un suo restyling (così si direbbe oggi). Il nome che le verrà dato sarà “Nuova 500 Normale”. La bicilindrica che aveva visto la luce solo poche settimane prima, rimarrà ancora in commercio fino al 1960 ma il suo ruolo se non proprio di “Cenerentola” sarà al massimo quello di “Damigella d’onore” e affiancherà la sorella minore con il mutato nome di: “Nuova 500 Economica”.

    Prima di lasciarla però, voglio riassumere le sue caratteristiche così come le descrisse Aldo Farinelli, nell’articolo a sua firma apparso su “La Stampa” il precedente 3 luglio 1957, del quale vi ho già riferito:

    Motore posteriore a 4 tempi ma a due soli cilindri raffreddati ad aria. Diametro e corsa di 66 X 70 con una cilindrata totale di 479 cmc; cento in meno della vecchia 500 (n.d.a. – la Topolino), ma con quasi la stessa potenza, cioè 13 cavalli effettivi e con un consumo anch’esso inferiore (4,5 litro per 100 Km. pari a 22-23 Km. con litro misurati in piano ai 2/3 della velocità massima secondo le norme CUNA). La formula di due cilindri ad aria non è soltanto dovuta a ragioni di semplificazione costruttiva, di peso e di costo. I due cilindri sono verticali in linea con manovelle a 360°, fornenti cioè gli scoppi regolarmente intervallati, come in un 4 cilindri funzionante a 2000 giri al minuto anziché a 4000. Le valvole sono in testa, parallele e inclinate: il rapporto di compressione è di 6,55. Il cambio a 4 marce è retro, incorporante il differenziale; è disposto come nella “600” (trasmissione in cascata, senza presa diretta ma ad inversione semplice in tutti i rapporti) però a differenza della consorella maggiore non ha sincronizzatori ma imbocchi rapidi. Oltre all’acqua di raffreddamento si è abolita anche la registrazione dei freni con un dispositivo di ripresa automatica del gioco. Il peso della vettura, in ordine di marcia e con rifornimenti è di 470 Kg. Nonostante la limitatissima lunghezza fuori tutto (mt. 2,94) e il breve “passo” (m. 1.84) la linea generale è aggraziata. Minuscole le ruote con cerchi 3½ x 12” ma relativamente generose le gomme di 125-12. Le sospensioni, a 4 ruote indipendenti, sono simili a quelle della “600” benché ridisegnate e ridimensionate per la nuova applicazione. Frenatura di particolare sensibilità (si possono bloccare le ruote azionando il pedale a dito). Velocità: oltre 85 Km/ora – Alimentazione: mediante pompa meccanica – Lubrificazione forzata con pompa ad ingranaggi e filtro olio centrifugo – Frizione monodisco a secco – Trasmissione sulle ruote posteriori mediante 2 semialberi collegati al gruppo differenziale con giunti a pattino – Sospensione Anteriore a ruote indipendenti. Molla a balestra disposta trasversalmente, collegata al telaio in 2 punti. Negli scuotimenti asimmetrici delle ruote, la balestra funziona anche da stabilizzatore. Ammortizzatori idraulici telescopici – Sospensione Posteriore a ruote indipendenti. Molle ad elica ed ammortizzatori idraulici telescopici. Bracci oscillanti con attacchi elastici al telaio – Freni Idraulici sulle 4 ruote. Dispositivo automatico per il recupero del gioco tra ganascia e tamburo. Freno di sicurezza agente sulle ganasce dei tamburi dei freni posteriori – Serbatoio della Benzina nella parte anteriore della vettura. Capacità: circa 21 litri – Riscaldamento dell’interno della vettura prelevando aria calda dal circuito di raffreddamento del motore – Impianto Elettrico a 12 V. Dinamo 180 W. Batteria 32 Ah.

    10 Continua

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    #507257
    Gens Orsina
    Partecipante

    [b]14 settembre 1957
    [/b]
    Nel secondo dopo guerra, i concorsi a premi e la raccolta bollini ebbero un successo strepitoso tra il pubblico al punto tale che le poche ditte che non adottarono fin da principio una di queste formule commerciali, riscontrarono un calo di fatturato e furono costrette ad adeguarsi facendo marcia indietro.

    Fu forse per questo motivo che sul finire dell’estate del 1957 la Knorr – azienda alimentare tedesca leader mondiale nella produzione di dadi per brodo – indisse un concorso su scala nazionale. Spedendo 5 astucci delle sue confezioni si partecipava – a partire dal 5 ottobre – al sorteggio settimanale di 53 premi il primo dei quali era rappresentato da una Fiat 500. Lo apprendiamo da un modulo commerciale pubblicato quel giorno di metà settembre in una pagina de “La Stampa” di Torino.

    La nuova arrivata in casa Fiat, non fu però la prima utilitaria ad essere messa in palio in un concorso. Negli anni trenta l’aveva preceduta la “Topolino” in occasione di una nota raccolta di figurine della Perugina Buitoni legata alla trasmissione radiofonica “I quattro Moschettieri” passata alla storia soprattutto per l’introvabile immagine de: “Il Feroce Saladino”.

    E l’11 ottobre 1957, attraverso la pubblicazione sullo stesso quotidiano di un altro avviso commerciale, Knorr informò i lettori che la prima delle 10 Fiat 500 messe in palio aveva preso la strada di Tricesimo in provincia di Udine per raggiungere l’abitazione della Signora Noera Beltramini.

    Certamente la predetta Signora non seppe mai però che la macchina celava un grosso valore intrinseco che si sarebbe manifestato solo se questa vettura fosse giunta fino ai giorni nostri in buono stato di conservazione. Mi riferisco alla quotazione che ha poi raggiunto la “Vetri Fissi” la quale per il fatto di essere stata prodotta in un quantitativo limitato è diventata una vera rarità. Nel 2014, la Casa d’Aste Londinese Coys, prima di batterne all’incanto un esemplare del 1957 per una cifra vicina ai 50mila euro, asserì che nel mondo ne esistevano appena 25 pezzi.

    Esemplare di: “Nuova 500” edizione luglio 1957 detta anche “Vetri Fissi” – Torino, Piazza San Carlo. (Foto Internet)

    11 Continua

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