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Complimenti Lucio, molto molto belli!
Su una “effe” non so quale sarebbe stato l’effetto visivo di questi, ma sulla “Lusso” mi piacciono proprio!!
:);)
Belli. :like
sono di Lusso 😉 :like
belli Lucio, ma ho notato la targa in una posizione insolita, come l’hai fissata?
Complimenti molto belli !!!!!!!
[quote=”mimmof500″ post=376348]belli Lucio, ma ho notato la targa in una posizione insolita, come l’hai fissata?[/quote]
Ciao Mimmo, è un profilato ad L rivettato lato targa e con due fori che corrispondono a quelli presenti sul paraurti. L’avevo messo per l’installazione dei primi fendinebbia, i Saturnus, che avevano bisogno di una barra fissata sotto il paraurti. Visto che le squadrette del portatarga originale facevano abbastanza angoscia, l’ho tenuto.
Questi fendinebbia si trovano facilmente e piuttosto a buon mercato dato che devono essere abbastanza recenti (dal cavo di massa per montaggio su paraurti di plastica direi anni ’80). Si trovano anche con i vetri gialli. Fate solo attenzione a consultare bene le inserzioni, della coppia che avevo preso uno aveva subito una marciapiedata e l’ho dovuto raddrizzare, l’altro aveva il vetro scheggiato. Ne ho preso un terzo per il vetro di ricambio e questo aveva la parabola del tutto marcia.
Iniziamo a inoltrarci nei misteri gaudiosi della regolazione del carburatore…
Con la candela di vetro è possibile vedere il colore della fiamma dentro il cilindro, e grazie al colore si può sapere se la carburazione è corretta.
Il colore giusto è un “blu gas” come nella foto
Se la fiamma vira al bianco è troppo magra, se invece diventa gialla è troppo grassa.
Al minimo nessun problema, basta giochicchiare con le due viti fino ad avere la fiamma blu al regime giusto.
Appena apro… fuoco & fiamme!
Tutto orribilmente giallo, quindi troppa benzina in arrivo.
La cosa mi ha sorpreso perché avevo calcolato la misura del getto massimo con le formule teoriche del manuale.
Ho provato a ridurre il getto a 118: non cambia nulla. Getti più piccoli al momento non ne ho e del resto sarei sorpreso se con una farfalla da 30 e la camme diversa dovessi mantenere le dimensioni del getto del 650 di serie.
L’unica ipotesi/speranza è che il carburatore reagisca in modo diverso sotto sforzo in strada, quando ad un’apertura della farfalla comparabilmente maggiore corrisponde un regime di rotazione minore, ergo: minore velocità del gas nel diffusore, minore richiamo di benzina per effetto Venturi.
In effetti in un articolo inglese sull’uso della candela di vetro dicono di alzare la macchina su colonnette, sparare dentro la terza e tirare sui freni per vedere il colore della fiamma col motore in condizioni di lavoro.
Non avendo animo di massacrare i freni in tal modo, penso che mi limiterò a una prova all’antica su strada, vedendo il colore delle candele dopo una tirata.
Questa non la sapevo proprio, intendo l’esistenza di candele di vetro ne, ovviamente, la loro capacità di trasferire all’esterno una colorazione che indichi la qualità della combustione.
Se puoi potresti postare una foto di questa (per me) novità? Mi incuriosisce molto.
Credo sia prodotto in Inghilterra, si trova comunque su Ebay
Viene prodotto in diverse misure per adattarsi ai diversi tipi di filetto. Il kit comprende la candela vera e propria, lo spezzone di cavo conduttore, un periscopio, un adattatore 17/21 e una spazzolina per ripulirla dopo l’uso.
Ciao a tutti ,forse non è la giusta soluzione ma se provi a stare più magro quando il motore è al minimo, quando acceleri dovrebbe carburare giusto, quindi con fiamma blu.
Non può funzionare, perché il circuito del minimo alimenta in benzina a farfalla chiusa e per piccole aperture, dopodiché subentra il circuito del massimo con le sue regolazioni. Penso che mi toccherà ridurre ancora il getto del massimo, del resto pensando che il 115 fosse troppo piccolo perché usato sul Weber 28 di serie non avevo considerato che lo stesso getto montato su due carburatori diversi darà risultati diversi, in quanto la depressione generata dal Venturi e la resistenza interna dei condotti del carburatore non è la stessa.
Comunque per non dipendere più da supposizioni, conoscenze empiriche e nozioni raccolte in giro ho ordinato un bel manuale in inglese sui carburatori, spero mi aiuti a far luce sulla questione.
Visto che sono le ultime domeniche con temperature sopportabili ne ho approfittato per controllare la convergenza delle ruote.
Il sistema è semplice, con due barre lunghe uguali, dritte e non flessibili, appoggiate con precisione alle ruote di modo che il bordo inferiore sia all’altezza del centro del mozzo, e messe in bolla su un supporto; allineate le barre di modo che abbiano la stessa posizione rispetto alle ruote (non deve essercene una più avanti ed una più indietro), si segnano due tacche a 60 cm dall’estremità delle barre, e si misurano le distanze fra le barre all’altezza delle tacche e all’estremità delle stesse.
Si sottrae la distanza lato macchina alla distanza lato estremità (se la prima è inferiore alla seconda vuol dire che le ruote divergono verso l’anteriore) e si divide il risultato per 2.
Ad esempio io avevo:
125,9 – 122,5 = 3,4
3,4 / 2 = 1,7
Il risultato, se corretto, deve essere compreso fra 0 e 2.
Naturalmente su un trabatello così artigianale la misura deve essere ripetuta per ammendare gli errori di misurazione ed ottenere una media attendibile dei valori.
Ora resta da vedere se l’orientamento delle ruote è corretto. Se fosse da correggere bisogna girare entrambi i registri dello stesso numero di giri per non perdere la convergenza ottenuta.
Non riesco a regolare decentemente il Dell’Orto, mi servirebbero una serie di freni aria e un paio di emulsionatori diversi per fare altre prove.
Nell’attesa di trovare questi particolari su internet, ritorno al vecchio Weber 28, già regolato per il 650 cc in precedenza. Difatti l’ho montato e, senza nemmeno toccare le regolazioni del minimo, ho avuto subito una bella fiamma blu. Ho solo cambiato il getto del massimo per la marmitta più aperta.
[quote=”500_Lucio” post=379819]Visto che sono le ultime domeniche con temperature sopportabili ne ho approfittato per controllare la convergenza delle ruote.
Il sistema è semplice, con due barre lunghe uguali, dritte e non flessibili, appoggiate con precisione alle ruote di modo che il bordo inferiore sia all’altezza del centro del mozzo, e messe in bolla su un supporto; allineate le barre di modo che abbiano la stessa posizione rispetto alle ruote (non deve essercene una più avanti ed una più indietro), si segnano due tacche a 60 cm dall’estremità delle barre, e si misurano le distanze fra le barre all’altezza delle tacche e all’estremità delle stesse.
Si sottrae la distanza lato macchina alla distanza lato estremità (se la prima è inferiore alla seconda vuol dire che le ruote divergono verso l’anteriore) e si divide il risultato per 2.
Ad esempio io avevo:
125,9 – 122,5 = 3,4
3,4 / 2 = 1,7
Il risultato, se corretto, deve essere compreso fra 0 e 2.
Naturalmente su un trabatello così artigianale la misura deve essere ripetuta per ammendare gli errori di misurazione ed ottenere una media attendibile dei valori.
Ora resta da vedere se l’orientamento delle ruote è corretto. Se fosse da correggere bisogna girare entrambi i registri dello stesso numero di giri per non perdere la convergenza ottenuta.
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Hai messo i pesi per simulare 2 passeggeri a bordo.? In teoria si dovrebbe prendere riferimento dalle ruote dietro …..
In realtà no, il manuale non lo specificava, o forse non l’ho notato. A posteriori in effetti ha senso. Comunque ero conscio che una regolazione del genere non poteva essere precisa a sufficienza per un impiego prolungato e sono anche passato dal gommista per il lavoro di fino.
Col getto da 125 non siamo ancora del tutto a posto, ho dei seghettamenti in certe condizioni, ma ancora non ho verificato con la candela di vetro.
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