Buonasera ragazzi, approfittando della bella giornata con temperatura da primavera inoltrata, a bordo della G ho proseguito il viaggio a tema colonie marine. Questa volta sono andato verso sud, ovvero fra Pisa e Livorno, dove nei primi anni 2000, dopo un lunghissimo oblio, le colonie marine nate durante il regime fascista sono tornate a nuova vita. Un patrimonio architettonico importantissimo, risparmiato dai bombardamenti e abbandonato per decenni per i simboli e lo stile di vita che evocava a partire dal dopoguerra, é stato oggetto di un recupero che non ha avuto eguali in zone litoranee. Le colonie marine furono create principalmente con lo scopo di curare e prevenire le malattie respiratorie. Il regime le utilizzò anche per scopi di propaganda per far crescere sani e forti i figli degli italiani all’estero e quelli dei dipendenti pubblici. Dalla strada, dov’é possibile parcheggiare, si possono ammirare gli stili di questi edifici, una combinazione di architettura razionalista, futurista e littoria che a me affascina in modo particolare. Nelle foto, la Colonia Vittorio Emanuele III e la Colonia Rosa Maltoni riservata ai figli dei dipendenti postelegrafonici e dei ferrovieri. Un bel viaggio nell’architettura moderna che dopo 90 anni conserva intatta una grande eleganza formale.
p.s. Giovanni, se desideri approfondire l’argomento come solo tu sai fare, ne hai piena facoltà.. io mi sono limitato al riassunto didascalico (pure nel post a seguire) 🙂 🙂